Tumore: ecco gli alimenti cancerogeni secondo gli esperti

Nel corso degli ultimi decenni, la connessione tra scelte alimentari e rischio di tumore è stata oggetto di approfonditi studi da parte della comunità scientifica internazionale. Esperti e istituzioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) hanno identificato specifici alimenti cancerogeni o potenzialmente tali, fornendo indicazioni utili per la prevenzione oncologica. Comprendere quali sono questi alimenti e perché rappresentano un rischio è fondamentale per operare scelte consapevoli nella dieta quotidiana.

Carni lavorate e rosse: il rischio evidenziato dagli esperti

Secondo l’IARC, le carni lavorate (come wurstel, prosciutto, salumi, carne in scatola e affumicati) sono classificate nel gruppo 1 delle sostanze certamente cancerogene. Questo gruppo comprende agenti che hanno una comprovata associazione con lo sviluppo di tumori, al pari di fumo di sigaretta, alcol, arsenico e benzene. Il consumo regolare di carni lavorate è stato correlato a un aumento del rischio di tumore del colon-retto e di altri tumori dell’apparato digerente.

Le carni rosse non lavorate (come manzo, agnello e maiale) sono inserite invece nel gruppo 2A, cioè tra le sostanze probabilmente cancerogene. Il rischio, seppur minore rispetto alle carni lavorate, cresce con la quantità consumata. Gli esperti suggeriscono di limitare il consumo di carne rossa a non più di 300-500 grammi a settimana, sottolineando il ruolo del ferro eme che può indurre processi ossidativi dannosi alle cellule.

Conservanti, contaminanti e produzione industriale

Molte sostanze considerate cancerogene si trovano negli alimenti a causa di processi di produzione, conservazione o contaminazione. Un esempio chiave riguarda nitriti e nitrati utilizzati nella conservazione dei salumi e delle carni trasformate: questi possono trasformarsi in nitrosammine, composti altamente cancerogeni, soprattutto in presenza di cotture ad alte temperature.

Un’altra classe di contaminanti sono le aflatossine, tossine prodotte da muffe che possono svilupparsi in alimenti mal conservati come frutta secca, cereali e legumi. Le aflatossine sono tra gli agenti cancerogeni naturali più potenti, responsabili soprattutto del tumore al fegato.

Durante la preparazione di cibi ricchi di amido, come patate e prodotti da forno, la cottura ad alte temperature (frittura o tostatura) può portare alla formazione di acrilamide, sostanza classificata come cancerogena probabile per l’uomo.

Alimenti ultralavorati, zuccheri raffinati e grassi saturi

Un crescente corpo di studi suggerisce che i cibi ultraprocessati — snack confezionati, pasti pronti surgelati precotti, bevande zuccherate — rappresentano un rischio aggiuntivo per via della presenza di additivi, zuccheri semplici, grassi saturi e poca fibra alimentare.

Il consumo abbondante e regolare di zuccheri raffinati e di grassi saturi è inoltre correlato a uno stato di infiammazione cronica dell’organismo, ambiente favorevole per la trasformazione neoplastica delle cellule. La presenza di determinati additivi e aromi artificiali può inoltre incrementare l’esposizione a sostanze potenzialmente tossiche, aggravando il rischio.

Altri alimenti e pratiche da limitare

  • Cibi salati e in salamoia: l’eccessivo uso di sale e di cibi conservati in salamoia è associato principalmente a un aumento del rischio di tumore dello stomaco. La raccomandazione dell’OMS è di non superare i 5 grammi di sale al giorno.
  • Alcol: l’alcol è stato riconosciuto come sostanza cancerogena dall’IARC, con legame diretto all’insorgenza di tumori dell’apparato digerente, del fegato, del seno e di altri organi.
  • Cotture ad alte temperature: espongono il cibo alla formazione di sostanze come idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e ammine eterocicliche (AHC), soprattutto nella carne grigliata, fritta o alla brace, composti con potenziale cancerogeno.
  • Contaminanti ambientali: oltre ai contaminanti naturali, alcuni metalli pesanti come arsenico e cadmio, talvolta presenti in acqua e suolo, possono essere assorbiti dagli alimenti e arrecare danni alla salute.

Stili alimentari e raccomandazioni preventive

Alla luce dei dati raccolti dalla ricerca internazionale, le principali strategie per ridurre il rischio di tumore attraverso l’alimentazione prevedono di:

  • Limitare il consumo di carne rossa e, soprattutto, carni lavorate e insaccati.
  • Aumentare l’apporto di alimenti di origine vegetale, ricchi di fibra, antiossidanti, vitamine e composti protettivi come i polifenoli.
  • Preferire cotture leggere come vapore, bollitura e stufatura invece di frittura, grigliata o affumicatura.
  • Ridurre l’introito di sale, zuccheri semplici, grassi saturi e alimenti confezionati.
  • Mantenere una corretta conservazione degli alimenti per limitare la formazione di tossine come le aflatossine.
  • Limitare o evitare il consumo di alcol.

Seguire queste raccomandazioni permette di abbassare in modo significativo il rischio di sviluppare tumori legati allo stile di vita e alle abitudini alimentari. L’informazione e la consapevolezza sono pertanto strumenti essenziali per la prevenzione oncologica e per la promozione di una cultura della salute, basata su scelte responsabili e aggiornate alle ultime evidenze scientifiche.

Lascia un commento