Il conto corrente postale è una delle soluzioni più diffuse in Italia per la gestione quotidiana del denaro, grazie alla sua lunga tradizione, accessibilità e capillarità sul territorio. Tuttavia, quando si valutano i rendimenti e gli interessi attivi offerti da tale tipologia di conto rispetto ad altri prodotti bancari come i conti correnti bancari tradizionali e i conti deposito, emergono differenze significative che è essenziale conoscere, specie per chi desidera ottimizzare la propria liquidità.
Interessi attivi sul conto corrente postale
Il conto corrente postale, gestito principalmente da Poste Italiane, si caratterizza per la sua funzione principale di deposito e operatività (pagamenti, bonifici, prelievi). L’aspetto degli interessi attivi, cioè la remunerazione che il cliente riceve sulle somme depositate, risulta però estremamente limitato. Negli ultimi anni, e ancor più nel 2025, i tassi riconosciuti sulle giacenze dei conti correnti sono mediamente prossimi allo 0%. Nel caso specifico dei prodotti postali, come riportato dalle tabelle ufficiali aggiornate a luglio 2025, l’interesse attivo riconosciuto sui conti per i pagamenti è dello 0,00%.
La situazione non migliora nemmeno per chi detiene depositi in valuta estera o per le tipologie di conto dedicate (ad esempio, il conto di risparmio regalo o il conto privato in valuta estera), che attualmente non riconoscono interessi attivi sulle giacenze. Questa scelta è conseguenza sia della politica monetaria, sia della funzione operativa del prodotto stesso, che non viene inteso come forma di investimento.
Il confronto con gli altri conti correnti bancari
A livello di sistema, la maggior parte dei conti correnti bancari presenta una situazione analoga; i principali istituti italiani applicano da tempo tassi di interesse attivi molto bassi, spesso anche nulli, a causa del contesto di politica monetaria restrittiva e dei costi di gestione dei depositi presso la Banca Centrale Europea. Solo in alcune eccezioni si trovano prodotti che offrono rendimenti modesti, talvolta 0,01% sui saldi positivi, come rilevato nei dati di alcuni istituti svizzeri che adottano tassi simili anche per i clienti italiani.
Le banche differenziano però la situazione dei conti correnti da quella dei conti deposito: i primi, destinati all’operatività quotidiana, offrono servizi e strumenti di pagamento ma non puntano sulla remunerazione del risparmio, mentre i secondi sono concepiti proprio per fruttare interessi in cambio del vincolo temporale delle somme versate.
Conto deposito: una vera alternativa per gli interessi attivi
Per chi cerca una effettiva valorizzazione della liquidità, il conto deposito rappresenta la soluzione di riferimento. Questi prodotti, grazie anche alla concorrenza tra istituti e alle richieste di una clientela sempre più esigente, presentano interessi attivi significativamente superiori. Un esempio concreto, secondo recenti analisi comparative del 2025, mostra come un tipico conto deposito possa offrire rendimenti lordi attorno al 2% annuo. Applicando la tassazione al 26% sugli interessi maturati e l’imposta di bollo dello 0,2% sulle somme depositate, il guadagno netto si riduce, ma resta nettamente più alto rispetto a quanto offerto dal conto corrente postale e bancario.
- Se si deposita €1.000 al 2%, il rendimento lordo sarà €20.
- Dopo la tassazione (26%) e l’imposta di bollo (0,2% pari a €2), il rendimento netto sarà circa €12,8 annui sul deposito di €1.000.
I conti deposito possono essere vincolati o liberi: nel primo caso garantiscono interessi più elevati, nel secondo permettono il prelievo delle somme in qualsiasi momento, ma con minori rendimenti.
Considerazioni su sicurezza e tassazione
La sicurezza dei depositi sui prodotti postali e bancari è garantita dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, valido per tutte le banche operanti in Italia sino a €100.000 per intestatario e per istituto. Anche i prodotti di Poste Italiane e i principali conti correnti usufruiscono di meccanismi simili, pur adottando denominazioni lievemente diverse in virtù dello status giuridico della società.
Un aspetto fondamentale nella valutazione è rappresentato dalla tassazione. I rendimenti dei conti deposito sono imponibili al 26%, mentre il saldo dei conti correnti e dei libretti è soggetto all’imposta di bollo proporzionale dello 0,2% annuo se la giacenza media supera €5.000. Questo incide notevolmente sui guadagni reali per il risparmiatore.
Contenuti accessori e costi
Gli altri elementi da valutare, prima di scegliere dove depositare i propri risparmi, includono:
- Operatività: i conti correnti (postali e bancari) includono servizi di pagamento, carte e domiciliazione utenze.
- Costi di gestione: spesso i conti correnti prevedono un canone annuo, così come spese accessorie per movimenti e servizi extra. I conti deposito si caratterizzano per bassi costi gestionali, ma limitata operatività.
- Funzioni aggiuntive: alcune banche offrono interessi più elevati su giacenze medie superiori o per nuovi clienti, ma si tratta di promozioni temporanee.
Risulta importante comprendere come, per ottenere una differenza significativa in termini di rendimento, sia preferibile utilizzare il conto corrente per le spese ordinarie e destinare eventuali eccedenze a un conto deposito per cogliere maggiori vantaggi dagli interessi attivi.
Conclusione: come orientare la scelta
Alla luce dei dati riportati per il 2025, il conto corrente postale rappresenta una scelta ideale per la semplicità operativa, il basso costo e la sicurezza, ma non garantisce interessi attivi significativi. Chi desidera guadagnare qualcosa dal proprio deposito dovrebbe valutare forme alternative come i conti deposito, pronti a offrire rendimenti maggiori in cambio della rinuncia alla immediata disponibilità delle somme. Considerando la sostanziale assenza di interessi attivi nei conti postali e bancari, la soluzione migliore per chi punta a far fruttare il proprio capitale è suddividere l’uso degli strumenti: mantenere il conto corrente (postale o bancario) per la gestione delle spese e destinare il risparmio programmato a strumenti più remunerativi. In ogni caso, la scelta va fatta tenendo conto delle proprie esigenze pratiche e dell’orizzonte temporale dei propri obiettivi finanziari, valutando costi, sicurezza e reale liquidità offerta dai diversi prodotti disponibili sul mercato.