Il panorama degli incentivi per la sostituzione degli impianti a pellet sta vivendo una fase di grande fermento, grazie a nuove politiche regionali mirate alla transizione energetica e al miglioramento della qualità dell’aria. L’adozione di misure più efficaci contro le polveri sottili, causate in larga parte da impianti a biomassa obsoleti, ha portato diverse regioni a rinnovare e potenziare i meccanismi di contributo per l’aggiornamento degli impianti termici domestici.
Nuovi interventi regionali: cosa cambia concretamente
L’attenzione si concentra soprattutto su quei cittadini che intendono rimpiazzare vecchie stufe, camini e caldaie a pellet con dispositivi più efficienti e meno inquinanti. Un esempio concreto viene dalla Regione Emilia-Romagna, che per il 2025 ha stanziato circa 10 milioni di euro a favore della sostituzione di impianti a biomassa legnosa, pellet o legna, di bassa efficienza, con nuovi generatori a 5 stelle o pompe di calore, riducendo così le emissioni inquinanti e premiando chi sceglie impianti all’avanguardia.
Il nuovo bando, riaperto a gennaio, conferma il successo delle precedenti edizioni: nel 2024, ad esempio, oltre 5.700 utenti hanno presentato domanda per un totale di oltre 18 milioni di euro richiesti. Questo dimostra quanto sia sentito il tema sia dal punto di vista ambientale sia in termini di risparmio economico per i cittadini che affrontano la transizione energetica verso sistemi più efficientiefficienza energetica.
Tipologia e valore dei contributi previsti
Il nuovo schema regionale di incentivi si affianca e si cumula spesso ai principali contributi nazionali, come il Conto Termico 2.0 gestito dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Il bonus regionale interviene con una quota aggiuntiva rispetto al contributo GSE, offrendo un rimborso diretto per la spesa affrontata nella sostituzione degli impianti, variabile generalmente da 3.000 fino a un massimo di 8.000 euro a seconda del tipo di impianto acquistato e delle caratteristiche dell’abitazione.
Questo doppio incentivo permette, in alcuni casi, di coprire fino al 100% del costo sostenuto, soprattutto se la sostituzione interessa impianti particolarmente obsoleti e viene effettuata con prodotti certificati di altissima efficienza energetica, quali stufe a pellet 5 stelle o pompe di calore.
- Requisiti tecnici: il nuovo generatore deve essere almeno a “5 stelle” secondo la certificazione ambientale nazionale, e i vecchi impianti devono essere ritirati e smaltiti secondo la normativa vigente.
- Compatibilità: il contributo regionale si somma a quello GSE, con l’obbligo di rispettare i massimali e le modalità previste dai bandi specifici.
- Ambito territoriale: le regole, i requisiti e le scadenze possono cambiare da regione a regione. Gli incentivi sono particolarmente generosi nei territori dell’Italia settentrionale e nella pianura padana, dove l’inquinamento da polveri sottili è più critico.
Iter di accesso e documentazione necessaria
Chi desidera usufruire del nuovo bonus deve presentare una domanda esclusivamente online, utilizzando la piattaforma informatica predisposta dalla propria regione. Tra i documenti generalmente richiesti figurano:
- Fatture comprovanti la spesa sostenuta;
- Certificazioni energetiche del nuovo impianto;
- Ricevuta di dismissione del vecchio impianto a biomassa;
- Relazione tecnica redatta da un tecnico abilitato che attesta la conformità dei lavori;
- Eventuali dichiarazioni ISEE, se il bonus include criteri basati sul reddito.
L’ammissione viene concessa fino a esaurimento fondi e secondo una graduatoria basata sulla cronologia delle domande o su criteri di priorità ambientale e sociale stabiliti dal bando regionale.
Ulteriori vantaggi: bollette, ambiente e salute
I benefici di questa misura non si limitano al mero risparmio sull’investimento iniziale. I nuovi impianti di riscaldamento, infatti, migliorano sensibilmente l’efficienza energetica della casa, permettendo un taglio della bolletta energetica e garantendo minori costi di gestione a lungo termine. Inoltre, la sostituzione con dispositivi all’avanguardia permette una drastica riduzione delle emissioni di polveri sottili (particolato), uno dei principali problemi per la salute pubblica, soprattutto nei mesi invernali e nei centri urbani maggiormente congestionati.
C’è anche una componente tecnologica da non sottovalutare: i nuovi sistemi possono essere integrati con la gestione dell’acqua sanitaria, incrementando il comfort domestico senza aggravi di spesa e contribuendo al valore patrimoniale dell’immobile. Nelle zone che ancora utilizzano impianti obsoleti, queste misure rappresentano un salto di qualità per tutta la comunità.
Se non si tratta di semplice sostituzione ma di prima installazione di una stufa a pellet, restano in vigore altre forme di incentivo, come la detrazione fiscale del 50% sulle spese sostenute, confermando così l’attenzione del legislatore anche verso chi sceglie di abbandonare sistemi a combustibili fossili in favore delle biomasse, pur con la consapevolezza che anch’esse devono rispondere a stringenti requisiti ambientali.
Infine, chi sceglie di rinnovare il proprio impianto in questo particolare momento storico potrà usufruire di un sistema di incentivazione cumulativa senza precedenti, che premia chi investe in tecnologie pulite e in un futuro più sostenibile per tutta la comunità.